Descrizione dell’Encopresi nel DSM-5
Trascriviamo in corsivo una parte della trattazione del DSM-5 ( Manuale Diagnostico Statistico delle Malattie mentali ) riguardo l’encopresi.
Encopresi : codice del DSM-5 307.7 e dell’ICD-10 F 98.1
Criteri diagnostici
1. Ripetuta emissione di feci in luoghi inappropriati ( per es. nei vestiti, sul pavimento) sia involontaria sia intenzionale.
2. Tale evento si verifica almeno 1 volta al mese per almeno 3 mesi.
3. L’età cronologica è di almeno 4 anni (o livello di sviluppo equivalente)
4. Il comportamento non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza ( per es. lassativi ) o un’altra condizione medica se non attraverso un meccanismo che comporti costipazione.
Il bambino con encopresi spesso si vergogna e può desiderare di evitare situazioni (per es. campeggio, scuola) che possono metterlo in imbarazzo L’entità della compromissione è funzione dell’effetto sull’autostima del bambino, del grado di ostracismo sociale da parte dei coetanei e della rabbia, della punizione e del rifiuto da parte dei caregiver.
L’imbrattamento con le feci può essere deliberato o accidentale, e risultare dal tentativo del bambino di pulire o nascondere le feci che sono state evacuate involontariamente. Quando l’incontinenza è chiaramente deliberata, possono essere presenti anche le caratteristiche del disturbo oppositivo provocatorio o del disturbo della condotta.
Un’educazione all’utilizzo dei servizi igienici inadeguata e contraddittoria e lo stress psico sociale (per esempio inizio della scuola, nascita di un fratellino) possono essere fattori predisponenti.
L’intervento consigliato nel testo (e nei centri di neuropsichiatria infantile) è psicoeducativo cioè centrato sul sintomo e i genitori (o i caregiver ) vengono invitati ad assumere solo comportamenti che non aumentino l’ imbarazzo o il senso di colpa del figlio.
Si accenna ad atteggiamenti sbagliati dei genitori ma che riguardano l’educazione degli sfinteri in quanto potrebbe essere o troppo rigida o troppo permissiva
Viene spesso consigliata la terapia cognitivo comportamentale, come sempre centrata sull’eliminazione del sintomo anche se non si ignora nel testo che l’encopresi può essere intenzionale. Si afferma infatti che l’encopresi statisticamente è presente nel disturbo oppositivo provocatorio di cui non si ignorano cause psicologiche ma sempre riferite a comportamenti manifesti.
La nostra esperienza clinica ci porta invece a ritenere che il bambino con encopresi sia pieno d’odio solo in parte non cosciente, un odio vissuto in risposta a una relazione deludente con i genitori e che il bambino non può sperare di cambiare.
I genitori possono esercitare sul bambino una forte pressione anche ‘educativa’ ma non sempre sono severi in modo evidente quanto piuttosto si trovano in difficoltà nell’assumere in modo sereno il ruolo protettivo a cui è tenuto il genitore.
Il bambino si sente aggredito dallo stato d’animo dei genitori (anche se non si esprime con punizioni per lo sporcarsi). La relazione non cosciente è caratterizzata da rigidità, forse dettata dal timore di non essere genitori efficaci ma che si traduce in richieste eccessive che si rivolgono a un figlio troppo idealizzato. Questi genitori non sono dotati della necessaria flessibilità negli obbiettivi e questo non permette loro di comprendere e accogliere le esigenze personali del loro bambino. Spesso il disaccordo tra i genitori si alimenta per gli atteggiamenti del figlio ritenuti inappropriati e di cui si accusano, spesso silenziosamente, l’ uno con l’altro.
Potremmo dire che la relazione che induce il disturbo oppositivo provocatorio si manifesta, anche se in modo più lieve, anche nell’encopresi.