Affettività e salute mentale della madre

L’affettività della donna, determinante per definire una condizione di salute mentale, può essere turbata durante la gravidanza per molte ragioni.

Dubbi, incertezze, paure, problemi medici del feto, condizioni materiali disagiate e altro ancora, possono mettere a dura prova l’equilibrio psichico della futura madre.

E’ fondamentale tuttavia sapere che il feto non ha un sistema nervoso che possa interagire non solo con gli stati d’animo della madre, ma neppure con gli stimoli esterni in quanto l’attività cerebrale del feto è ben diversa da quella del neonato. I neurotrasmettitori e la stessa organizzazione neuronale del feto, subiscono alla nascita una modificazione che permette al neonato la vita di relazione che il feto non possiede.

Per chi voglia approfondire  le spiegazioni scientifiche sull’argomento, può leggere gli articoli  della neonatologa Maria Gabriella Gatti nella rivista ‘Il sogno della farfalla’ e recentemente su Left N°56 art. su Der Spiegel

Tuttavia un autore importante dell’ ‘Infant Research’ come Daniel Stern, sostiene l’interazione psichica tra il feto e la madre  a partire dal sesto mese di gestazione quando inizia, con la formazione della retina, solo la possibilità di vita autonoma nel caso di parto prematuro. Riportiamo di seguito le sue affermazioni.

‘In un’ottica simile è stato riconosciuto che un feto che viene abituato a un evento acustico nel corso degli ultimi tre mesi di gravidanza, è in grado di ricordare quell’evento dopo la nascita. In alcuni esperimenti è stata utilizzata la voce della madre per leggere al feto più volte al giorno durante gli ultimi tre mesi di gravidanza un particolare brano di poesia o di prosa. Dopo la nascita, viene fatta ascoltare al bambino la registrazione dello stesso brano letto dalla madre o da un’altra donna (entrambe con la stessa altezza intensità vocale ) oppure un brano diverso letto dalla madre ecc. Utilizzando le tecniche descritte in precedenza e in particolare la frequenza della suzione non nutritiva è risultato evidente che un bambino di due giorni è capace non soltanto di discriminare il brano vecchio da un brano nuovo, ma anche di distinguere la voce della madre da quella di un’altra donna che legge esattamente lo stesso testo. Per poter far questo, il neonato deve possedere notevoli capacità discriminative rispetto alle qualità vocali e alle informazioni acustiche. Entrambi i compiti richiedono capacità elaborative temporali precoci”. (Daniel N. Stern “Le interazioni madre-bambino“, 1998 Raffaello Cortina Editore p. 421.)

Molte donne in psicoterapia esprimono il loro profondo senso di colpa, perché non hanno potuto vivere la loro gravidanza con serenità. Arrivano a credere  che gli attuali problemi del bambino siano dovuti all’ambivalenza con cui hanno vissuto questa gravidanza per le ragioni più varie, spesso per gravi situazioni personali.

Molti pazienti adulti quando comprendono che non è possibile che il feto possa venire influenzato dalla madre, si sentono decisamente sollevati perché i racconti sulla loro gravidanza li aveva convinti di essere stati danneggiati prima di nascere.

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