Il sonno dei bambini e delle mamme

Come per l’argomento ‘Allattamento‘ ci è sembrato importante riportare l’esperienza in prima persona di una neomamma che ha seguito la nostra formazione che diventa di fatto prevenzione per i fattori di rischio.

“Per ogni neomamma, insieme al cibo, il sonno è sicuramente uno degli argomenti più temuti così ho da subito cercato di capire come affrontarlo nel migliore dei modi, leggendo anche quando necessario manuali e articoli. Sono rimasta molto stupita e delusa nel constatare che non mi ritrovavo in nessuna delle teorie più in voga. Da un lato il suggerimento di lasciare che il bambino imparasse a dormire da solo nel suo lettino, senza mai prenderlo in braccio e lasciandolo piangere anche a lungo per farlo abituare. Dall’altro esattamente l’opposto: l’invito a tenere fisicamente sempre con sé il bambino attraverso l’uso di fasce porta bebè o la condivisione del proprio letto.

(Un esempio: http://www.mammeacrobate.com/attachment-parenting-benefici-contatto-mamma-bambino/ ).

Non mi sono ritrovata in nessuna delle due ‘filosofie’ trovandole eccessive entrambe ed ho cercato in queste prime settimane una mia strada. Posso con soddisfazione affermare che la mia bambina ad appena tre settimane di vita dormiva sette ore a notte, avendo da sola tolto la poppata delle 3 e poco dopo anche quella di mezzanotte, così come di giorno, fatta eccezione per problematiche prettamente fisiche, dorme serenamente in qualunque luogo e condizione. Molte pensano che io sia stata semplicemente fortunata mentre io credo di essere in qualche modo ‘entrata in contatto’ con mia figlia e di aver fatto molta attenzione a quello che potevo trasmetterle io in termini di pensieri e ansie. Un piccolo esempio esplicativo: una notte in particolare ero preoccupata per una telefonata di lavoro che avrei dovuto affrontare la mattina presto. Guarda caso la bambina si è svegliata alle 4 del mattino insieme a me come se mi avesse percepito benissimo!

Penso che lasciare piangere il bambino nel proprio lettino sia una cattiveria: se c’è qualcosa che al neonato non deve mai mancare è l’ascolto e la presenza affettiva. Negandogliela gli lasceremmo vivere un rapporto estremamente deludente. Se il bambino piange e non riesce a dormire un genitore deve chiedersi il perché. Il neonato attraverso il pianto comunica che c’è qualche motivo di tensione. Purtroppo sentiamo spesso parlare di vizi e abitudini sbagliate che i bambini prenderebbero. Niente di più errato: una protesta non è un vizio è, ancora una volta, comunicazione, richiesta di risposte diverse ed è con questo che un genitore deve fare i conti. Per quanto riguarda il sonno possiamo dire che quanto più la mamma, o chi si occupa principalmente del bambino, sarà serena, tranquilla, sicura nel lasciare che il bambino si separi da lei anche se per poche ore di sonno, tanto più il bambino si abbandonerà al sonno felice e senza problemi. In normali condizioni l’ambiente naturale come la luce, la temperatura o il rumore non sono importanti per il bambino piccolo: se una mamma affronterà il momento del sonno con sicurezza, senza ‘richiamarlo’ a sè, senza paura che il bambino possa non dormire, allora non ci saranno intoppi di alcun tipo. Per una neomamma che nelle prime settimane vive un rapporto quasi simbiotico con il proprio figlio è necessario imparare a separarsi. Un neonato vive di immagini e sensibilità, non sarà difficile per lui percepire se la mamma è in ansia o preferisce tenerlo con sé!

Non c’entra quindi la vicinanza fisica come si suggerisce nell’uso delle fasce o nella condivisione del lettone. Il rapporto con il bambino c’è (o non c’è!) a prescindere dalla vicinanza fisica. Vorrei aggiungere che la necessità della poppata notturna così difficile da togliere è certamente da ridimensionare. Quanto più un bambino sarà certo che il nutrimento arrivi puntuale ed abbondante tanto più si sentirà sicuro e sereno di poter ‘saltare’ una poppata e continuare a dormire. Non c’è quindi bisogno di svegliare a forza un bambino che dorme anche se dovesse mangiare in ‘ritardo’. Sa che al suo risveglio troverà di certo altro latte ad attenderlo!”

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